25 aprile 2013

Come.

Se tra le braccia avete un piccolo bimbo di pochi giorni o pochi mesi e siete intenzionati a fargli percorrere l'autostrada del bilinguismo, molto probabilmente adesso sarete ovviamente stanchi, magari un poco annoiati e forse anche un po' perplessi.

Non disperate: ci vuole un po' di tempo per verificare che il vostro approccio stia effettivamente dando dei frutti, e non è un caso se ho aperto questo blog a quasi tredici mesi di distanza dalla nascita di Koko. È chiaro anche che se siete in questo blog vi state interessando dell'aspetto linguistico, ma è altrettanto ovvio che l'approccio alla lingua deve essere favorito anche da un ideale contorno educativo che andrà a stimolare e a dar fiducia al futuro bilingue.

Visto che noi i primi frutti abbiamo cominciato ad assaggiarli, per esperienza personale e come ci è stato consigliato da altri genitori e testi non possiamo che invitarvi a seguire un po' di accortezze per creare un ambiente favorevole all'apprendimento della seconda o terza lingua:

Viaggiate il più possibile e fin da subito, se potete, preferendo chiaramente i posti dove le lingue che state insegnando a vostro figlio vengono parlate. Fategli assaporare spesso la cucina giapponese, se gli state insegnando il giapponese, leggetegli le storie classiche del posto, ditegli cos'è un samurai, o un ninja, comprategli uno dei tanti peluche che solo in quel posto potete trovare, interagendoci e facendogli parlare il giapponese, festeggiate le feste dell'altro paese, e così via. Insomma, dategli più stimoli possibili rendendolo curioso e voglioso di conoscere le proprie radici, sviluppando un marcato senso di appartenenza. Tuttavia viaggiare anche verso altre mete e allargare gli orizzonti culturali aiuta, e molto, a favorire un clima di accettazione del diverso, il che generalmente non viene preso troppo in considerazione da chi affronta questo tema, almeno a parole. Crescere bilingue, infatti, aiuta a comprendere più facilmente che non esiste un modo di pensare migliore o peggiore di un altro, ma che semplicemente esistono delle differenze.

Se siete una coppia mista, è molto probabile che i genitori di lei o lui si trovino nel loro paese di origine.
Visitateli una o due volte l'anno, se possibile, e fate in modo che sia un'esperienza piacevole. Videochattate tramite Skype, scambiatevi foto e create un legame coi nonni, gli zii e i cugini che vivono lontani.

Lo so, ogni tanto vi sentirete un po' sciocchi o vi chiederete "ma serve veramente a qualcosa?", però il tempo passa in fretta e arriverà il giorno in cui vostro figlio assocerà una vostra parola a un concetto, e quel giorno arriverà prima che voi immaginiate. In fondo non esistono controindicazioni, quindi parlate al vostro piccolo mostriciattolo più che potete in entrambe le lingue e in modo sensato. Evitate di parlargli in "bambinese": ha senso dire "bumba" invece di "acqua" e "tètte" al posto di "cane"? Voglio dire, vostro figlio sta già imparando due o più lingue... c'è bisogno di aggiungerne un'altra, che peraltro fra poco più di tre anni gli sarà inutile?

Esistono libri per ogni età. Esistono perfino libri per neonati, che generalmente sono semplici figure in bianco e nero da commentare al vostro bimbo. Koko fin dai primi tempi si mostrava decisamente attenta quando le leggevamo questi libri, poi quando ha imparato a distinguere i colori siamo passati ad altro, preferendo libri pieni di forme e illustrazioni colorate, con contenuti un tantino più interessanti anche per i più grandi. I bambini non sono tutti uguali, ma tenete sempre a mente che la loro capacità di attenzione/sopportazione è abbastanza bassa, per cui tali attività dovranno essere piuttosto brevi, per poi dilungarsi piano piano in futuro.

Se possibile, cercate di fare amicizia con persone madrelingua e che magari abbiano figli più o meno della stessa età del vostro. Lo so, non è così semplice se abitate sul cucuzzolo della montagna o in un paese di 380 abitanti, però Internet potrebbe rivelarsi di aiuto. Tuttavia il vostro partner avrà sicuramente degli amici nel suo paese di origine. Vorrà dire che la prossima volta che andrete in Giappone passerete un po' più di tempo con loro. Se abitate in grandi città ed avete bisogno di trovarvi una babysitter, provate a cercarne una che parli il giapponese. Facile, no?

Al 90% di noi non piaceva la scuola, quindi fate in modo che questo percorso somigli più alla ricreazione che al compito di analisi grammaticale. Divertitevi e fate un modo che questi momenti siano divertenti e piacevoli per tutti. Non sostituitevi agli insegnanti, bensì siate semplicemente dei bravi genitori che parlano più lingue.


Buon divertimento!

I prossimi post saranno dedicati alla nostra esperienza. Descriverò il modo in cui ci abbiamo affrontato la nostra avventura in questi primi tredici mesi, cercando di mettere in pratica i consigli descritti in questo stesso articolo.

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