22 agosto 2013

Seconda lingua e attività divertenti.

È importante interagire costantemente col bambino in modo divertente e interessante utilizzando la seconda lingua, facendo in modo che tutto avvenga in modo naturale, giocoso, interattivo, divertente e connesso ad attività della vita quotidiana.

Inizialmente, quando le attività sono quasi esclusivamente passive, è possibile far parlare dei pupazzi, dei peluche, nella seconda lingua in modo che il bimbo capisca che la mamma non è l'unica al mondo a poter parlare il giapponese.
A casa nostra Totoro, Miffy, l'aereo peluche Alitalia, Lotte Bear, Pinnapo e tutti gli altri parlano giapponese, ma anche italiano, mentre alcuni parlano addirittura inglese...
Con loro abbiamo inscenato teatrini e inventato storie bilingui che Koko ha sempre ascoltato con interesse, a volte perplessa e a volte divertita.

Oltre a questo abbiamo anche passato del tempo a inventare canzoni con rime forzatissime e dalla trama improbabile, ma comunque di ottima fattura a giudicare dai sorrisi dell'interessata, specie se accompagnate da balletto. Tutto improvvisato, ovvio.

È chiaro che l'interazione con amichetti, cugini e fratelli può essere di grande aiuto, ed è quindi estremamente consigliabile passare del tempo all'estero per far sì che il bimbo giochi coi suoi coetanei, o quasi, usando la seconda lingua.

Noi siamo appena tornati dal nostro mese in Giappone e il tempo che Koko ha passato con la sua cuginetta anch'essa bilingue (giapponese e francese) è stato di fondamentale importanza: la cuginetta è un anno più grande e la nostra Koko cercava continuamente di imitarla, limando il gap, provando a pronunciare parole che aveva appena ascoltato. Così in breve tempo ha imparato a dire "ばば" (nonna), "じじ" (nonno), "暑い" (caldo). Con gli adulti non ha mai ricevuto un così grande stimolo e voglia di imparare.

Oggi nostra figlia ha quasi diciassette mesi e la sua attività preferita, oltre a ballare le canzoni di Kyary Pamyu Pamyu e le filastrocche di Pink Fong, di cui parlerò in seguito, è disegnare.
Ha preso in mano i pennarelli per la prima volta a tredici mesi ed oggi lo fa in media due volte al giorno, mattina e pomeriggio, su fogli 70x100 e con pennarelli lavabili Giotto be-bè, che straconsiglio per la qualità e per l'alta lavabilità.

Ha impiegato circa una settimana a imparare a stappare i pennarelli da sola ed impugnarli correttamente.
Inizialmente si sporcava molto, soprattutto perché li prendeva dalla punta, ma poi ha preso confidenza ed oggi si sente totalmente sicura e padrona delle sue creazioni.
Questa attività ci è stata di grande aiuto per l'insegnamento del giapponese perché spesso mia moglie e la bimba si ritrovano sul foglio 70x100 a disegnare; mia moglie le fa un leone e Koko imita il verso del leone, poi disegna un paio di scarpe, le chiede "これなに?" e Koko indica le sue ballerine, oppure la mamma fa il mio ritratto stilizzato e la bimba dice "babbo!". "じょうず!".
Da pochi giorni, invece, a volte disegna qualcosa, lo indica e dice "mamma!", "babbo!", "ばば!", ecc.

È un'attività divertente che la bimba ama svolgere anche per un'ora di seguito.
Voi genitori, però, fate i bravi e non preoccupatevi se si sporca. Al massimo vestite i bimbi con qualcosa di adatto, ma non toglietegli questa gioia e opportunità creativa solo per la paura che si sporchino. Seriamente: hanno grande bisogno di creatività e si può iniziare anche molto presto. I pennarelli lavabili sono, appunto, lavabili, non tatuaggi.

Se da una parte è importante che il processo di apprendimento risulti creativo, dall'altra è logico che mai dovrebbe essere negativo, minaccioso, o addirittura stressante.
Svolgete quindi attività che possano divertire tutti voi e mai forzare una situazione o correggere troppo il bambino, altrimenti si otterrà l'effetto contrario.


Divertitevi!