Dove abitiamo i giapponesi si contano sulle dita di una mano, e per noi frequentare persone madrelingua non è proprio semplicissimo. Mettiamoci poi che i nostri migliori amici e le persone giapponesi con le quali in passato avevamo legato di più hanno deciso di fare le valigie ed andarsene, chi tornare in Giappone e chi a New York, Amsterdam, Londra, ed ecco che in pratica oggi non abbiamo alcuna chance di relazionarci con giapponesi in Italia. È un peccato, ma non c'è molto da fare. Possiamo controllare i nostri spostamenti, non quelli degli altri.
In altre situazioni si potrebbero considerare soluzioni come babysitter e ragazze au pair, ma anche qua ci risiamo: dovi trovi una babysitter o addirittura una au pair giapponese se non vivi a Milano, Roma, Firenze? È difficile. E anche se fosse un'opzione, c'è da dire che convivere con una persona che di fatto è un'estranea, almeno inizialmente, non è proprio per tutti.
Ecco quindi che nel nostro caso i viaggi in Giappone e i contatti virtuali, tramite Skype, con i parenti di mia moglie sono diventati fondamentali, nonché l'unico modo per esporre nostra figlia alla seconda lingua parlata da persone in carne ed ossa.
Interagire con persone madrelingua è fondamentale per lo sviluppo comunicativo e linguistico, perciò non appena vi capiterà l'occasione di scambiare quattro chiacchiere o frequentare anche spesso conoscenti e amici giapponesi, coglietela al volo!
Se vi trovate in una grande città fate in modo di incontrare spesso i vostri amici giapponesi, specialmente se accompagnati da bambini con cui il vostro potrebbe giocare, e creare un ambiente entro il quale il vostro piccolo bilingue possa farsi un'idea concreta sull'utilità della seconda lingua. Con l'occasione potreste organizzare cene italo-giapponesi e scambiare opinioni con persone che vivono un quotidiano simile al vostro.
Fate così: da una parte i papà, da una parte le mamme, e in sala i bambini. :)
I nostri amici ci mancano da morire e non vediamo l'ora di incontrarli nuovamente nel nostro prossimo e imminente viaggio in Giappone, in un tour de force organizzato specificamente per immergere la nostra piccola Koko nel paese natale per la terza volta in quindici mesi.
Ho letto con interesse la vostra esperienza col bilinguismo. Anche io l'ho vissuta e la vivo quotidianamente. Concordo in pieno col fatto che sia un dono che i genitori fanno ai propri figli, regalando loro non solo una lingua in piu', ma l'accesso ad una cultura.
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